Rappresentanti dei cinque stati con armi nucleari (i P5) membri del trattato di non proliferazione nucleare (NPT) si sono riuniti a Parigi il 2-3 dicembre scorso per la 10a Conferenza P5: Cina, Francia, Regno Uniti, Russia e Stati Uniti hanno discusso i preparativi per l’imminente 10a Conferenza di revisione del NPT e “questioni correlate“.
Nel comunicato congiunto emesso alla fine della conferenza, i P5 si compiacciono che il loro “forum si sia dimostrato utile e continuerà a essere un meccanismo chiave per promuovere una migliore comprensione reciproca tra i P5 e per esaminare i mezzi attraverso i quali possono aiutare collettivamente e facilitare gli obiettivi del NPT”.
Per quanto riguarda il trattato di non-proliferazione, i P5 riconoscono che esso “ha fornito contributi inestimabili a tutta l’umanità fornendo un quadro internazionale indispensabile per arginare la minaccia della proliferazione nucleare e costituisce una pietra angolare del regime internazionale di non proliferazione nucleare e di disarmo.“
Alla Conferenza di Parigi, i P5 hanno riaffermato il loro impegno duraturo nei confronti del NPT in tutte le sue parti e per la realizzazione dei suoi tre “pilastri” (non-proliferazione, disarmo e promozione degli usi pacifici dell’energia nucleare) e il loro sostegno incondizionato alla sua universalizzazione. “A solo un mese dalla decima conferenza di revisione del NPT (4-28 gennaio 2022), hanno ribadito la loro attiva determinazione ad affrontare questo importante evento nel modo più positivo e costruttivo. A questo proposito, hanno espresso il loro pieno sostegno al presidente designato Gustavo Zlauvinen nel suo sforzo di raggiungere un risultato significativo.“
I P5 hanno quindi “riaffermato il loro impegno“ per risolvere questioni cruciali del mondo attuale: anzitutto “proseguire i negoziati in buona fede su misure efficaci per il disarmo nucleare e su un trattato sul disarmo generale e completo sotto uno stretto controllo internazionale. Sostengono l’obiettivo finale di un mondo senza armi nucleari con sicurezza immutata per tutti.“
Hanno riconosciuto la loro responsabilità di “lavorare in modo collaborativo“ per ridurre il rischio di conflitti nucleari, e la probabilità di utilizzo di armi nucleari.
Hanno anche ricordato l’importanza delle zone de-nuclearizzate e il loro sostegno alla creazione di una zona mediorientale libera dalle armi di distruzione di massa e dai loro vettori.
Hanno inoltre “riflettuto“ sul trattato per il divieto totale dei test nucleari (CTBT) e sull’importanza della sua entrata in vigore, venticinque anni dopo la sua apertura alla firma.
Hanno “sottolineato l’importanza della trasparenza e della divulgazione” con aggiornamenti sulle rispettive dottrine e politiche nucleari e hanno “ribadito il loro impegno alle discussioni in questo settore che contribuiscono a rafforzare la prevedibilità, la fiducia e la comprensione reciproca.“
Il documento fa vedere come i P5 abbiano chiaro le necessarie prospettive per la sicurezza mondiale globale e individuale dei singoli paesi, ma sembra che non si rendano conto dei concreti passi necessari per il loro raggiungimento. Nello spirito natalizio degli scambi di doni, ci permettiamo di segnalare i mezzi già a loro disposizione per effettivi progressi verso gli obiettivi da loro stessi indicati:
• l’entrata in vigore del CTBT verrà fortemente agevolata se la Cina e gli USA lo ratificano
• per rendere pienamente efficaci le zone prive di armi nucleari occorre che i P5 ratifichino i protocolli aggiuntivi che le riguardano: gli USA hanno ratificato solo quelli del trattato di Tlatelolco, nessuno dei P5 ha ratificato il trattato di Bangkok, e Cina, Francia e Regno Unito devono ancora ratificare il III protocollo del trattato di Rarotonga
• se gli USA intendono “sostenere” una zona senza armi di distruzione di massa in Medio Oriente potrebbero partecipare con gli altri P5 ai lavori della conferenza dell’ONU sul tema, che ha già tenuto due sessioni (19–22 novembre 2019 e 29 novembre–3 dicembre 2021)
• una politica di trasparenza e informazione sugli aspetti essenziali delle dottrine e delle forze nucleari dei P5, non solo fra loro ma verso tutti i paesi e la comunità internazionale, è cruciale in quanto riguarda tutti, dato i rischi posti da tali armi. Particolarmente oscura è la situazione cinese, ma tutti i P5 ritengono che l’ambiguità sia una componente della deterrenza nucleare; gli USA hanno recentemente annunciato di aver completato la nuova versione della loro Nuclear Posture Review, ma non l’hanno ancora resa pubblica.
Il rischio di conflitti nucleari è dovuto e creato appunto dalle politiche e attività dei P5, per cui dovrebbe essere loro facile provvedere. Suggerimenti per la riduzione del rischio includono la diminuzione del ruolo delle armi nucleari nelle dottrine globali e operative dei P5, la riduzione dello stato di allerta dei missili, il rafforzamento delle procedure e dei controlli di sicurezza, il mantenimento del pieno controllo umano sui sistemi nucleari, la partecipazione di tutti i P5 alle esercitazioni militari degli altri paesi, il ripristino di negoziati per il controllo degli armamenti, contatti diretti fra i massimi responsabili militari dei P5 con collegamenti diretti in caso di crisi, sospensione dello sviluppo di armi destabilizzanti, in primis sistemi anti-missile e anti-satellite, armi ipersoniche e cibernetiche, riduzione di spostamenti e concentrazioni di truppe, di voli provocatori di aerei militari e forze navali in zone critiche. Naturalmente primario è il ritorno a rapporti internazionali pacifici, sostituendo alla presente feroce competizione collaborazioni scientifiche ed economiche nel comune interesse.
Infine, l’auspicato disarmo nucleare e generale richiede un deciso ribaltamento dell’attuale corsa agli armamenti, con gli intensi programmi di “modernizzazione” e potenziamento qualitativo di tutti i sistemi d’arma, dai sistemi nucleari a quelli convenzionali sempre più autonomi e “intelligenti”. Un segno chiaro dovrebbe essere una generale diminuzione delle spese militari, che invece vedono un’ulteriore espansione, difficilmente comprensibile a fronte dei gravissimi problemi economici, sociali e ambientali della presente situazione mondiale.
Questo è il nostro dono natalizio alle 5 potenze nucleari, con la promessa che continueremo a controllarle e assisterle anche nel prossimo anno.