La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, in provincia di Brescia, non è il «giardino di casa» del presidente dell’ente di gestione, ma nonostante si parli di un grande e prezioso bene pubblico inserito da decenni tra i siti di rilevanza internazionale, il Presidente Bosio lo sta gestendo con una modalità privatistica. Un esempio inquietante è il taglio di alberi secolari tutelati, avvenuto per motivazioni ancora da giustificare. Sul tema abbiamo abbiamo intervistato Katia Impellittiere, portavoce della Lega Abolizione Caccia di Brescia.
Non è la prima volta che la gestione della Riserva delle Torbiere è alquanto discutibile. Ci puoi raccontare degli esempi antecedenti all’ultimo episodio?
Nel 2019 sono stati rinnovati i vertici della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino. Un evidente accordo politico tra alcuni Comuni, Regione e col coinvolgimento della Federcaccia provinciale, che con vari comunicati ha rivendicato quello che per loro è stato un evidente successo, ha portato ad eleggere il presidente (Giambattista Bosio, cacciatore praticante) e il Consiglio di Gestione a trazione venatoria. A gestire la Riserva 4 su 5 sono cacciatori, ciò non era mai avvenuto nei quasi quarant’anni dalla sua istituzione. Bosio non avrebbe potuto ricoprire un incarico retribuito in un Ente pubblico. L’Ente gestore ha aderito poi per 2 anni al piano di contenimento del pesce siluro varato dalla Regione con l’utilizzo di reti nelle acque della Riserva. L’operazione è stata affidata, investendo per questo fondi pubblici, ai pescatori professionisti del Sebino. A giugno 2021, Guardie LAC assieme a Guardie Ittiche di Legambiente avevano fermato e denunciato penalmente due di questi pescatori autorizzati dall’Ente Gestore mentre pescavano di frodo. Non ci risulta che il presidente abbia sospeso o estromesso dai pescatori autorizzati i denunciati.
Va inoltre sottolineato la pericolosità della posa di centinaia di metri di reti, di fronte all’area più delicata e preziosa delle Torbiere, le Lamette. Questa può infatti avere un impatto negativo sugli uccelli acquatici, soprattutto sui tuffatori e nei giorni di nidificazione, periodo in cui erano state autorizzate, oltre che alle specie di pesci autoctone (secondo la letteratura ittiologica, non si incontra vicino alle sponde lacustri ma al largo, quindi è legittimo domandarsi il senso di queste azioni). Oltre a questo da anni i Comuni limitrofi svuotano in occasione di abbondanti piogge le acque reflue dei propri scarichi in questo sito, per non parlare dei rifiuti accumulati nell’area delle Lamette e delle urlanti sul percorso centrale dell’area più delicata. Tutte questioni sulle quali si sono fatte per anni e si continuano a fare tante promesse, progetti ecc. ma nulla di concreto: tutto fumo negli occhi.
La scorsa estate abbiamo notato e denunciato un afflusso indisciplinato di migliaia di turisti, causa di un forte disturbo alla fauna che ha nelle Torbiere il proprio habitat. Assistiamo, ancora oggi, ad una totale mancanza di gestione e manutenzione dei cestini porta-rifiuti nella Riserva, che si sono man mano trasformati in piccole discariche sanate grazie agli interventi di cittadini volontari.
L’attuale gestione aveva assegnato il compito di vigilare sul rispetto delle norme di fruizione della Riserva a poche guardie volontarie di diverse associazioni; per l’esiguo numero non riuscivano a coprire il monte ore necessario. La Riserva ora è di fatto priva di vigilanza, il presidente Bosio non ha ancora rinnovato la convenzione gratuita con le guardie delle associazioni LAC Legambiente e Oipa.
Tutt’ora operatori privati (cantina Bersi Serlini) agiscono all’interno del perimetro delle Torbiere e si comportano come se fossero in un centro abitato, organizzando ricevimenti, discoteche, ecc… Questa azienda è stata denunciata nella primavera del 2021 per l’importante taglio di un canneto e di vegetazione e in periodo di nidificazione, un danno ambientale che non è stato mai ripristinato e nemmeno transennato per permettere la ricrescita delle piante tagliate.
Il presidente dell’Ente Torbiere agisce in modo noncurante, lasciando distruggere (e danneggiando lui stesso, vedi il recente taglio alberi senza autorizzazioni) quanto dovrebbe invece tutelare.
Il 26 settembre 2020 le associazioni di protezione ambientale attive e presenti sul territorio hanno inviato via PEC una richiesta di confronto con gli enti e le autorità provinciali, regionali e nazionali al fine di avviare concretamente un percorso costruttivo finalizzato a individuare strategie condivise tra tutti i portatori di interesse. Scaturito dalla presentazione della “vertenza Torbiere”, il 14 gennaio 2021 è seguito un incontro in remoto: le associazioni hanno portato delle proposte con lo scopo di far svolgere all’ente gestore della Riserva il ruolo previsto dal suo Statuto, ovvero l’attuazione degli interventi necessari per la tutela e la conservazione della fauna, flora, a difesa degli equilibri ecologici ed idrogeologici. Nel 2021 è amaro dover costatare che alla quasi totalità delle questioni man mano sollevate (mancanze gestionali, inquinamento, pressione antropica, assenza di vigilanza ecc.) e che a tutt’oggi rimangono irrisolte, nel tempo se ne sono aggiunte e aggravate altre.
Bosio ha detto che gli alberi erano ammalati e che creavano “problemi alla viabilità”. Sono queste le vere motivazioni del taglio?
Dopo il pauroso taglio degli alberi su tutta la fascia nord, ci siamo recati sul posto con dottori forestali per avere un loro primo parere; questi hanno verificato il massiccio taglio a raso e pesanti capitozzature di numerosi alberi ad alto fusto all’interno del confine nord della Riserva. I tecnici da noi interpellati, ad una prima valutazione, hanno escluso l’instabilità e la pericolosità della maggioranza degli alberi tagliati e capitozzati. Il punto principale è che non esiste la Valutazione d’Incidenza per questo invasivo intervento, non c’è stata l’autorizzazione paesaggistica e neanche quella del Comitato Tecnico Scientifico della Riserva, tutte obbligatorie per legge e neanche nessuna compensazione: il presidente Bosio, senza nozioni e sensibilità ambientali, agisce come se la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino fosse il suo «giardino di casa» o il suo capanno di caccia e la biodiversità che racchiude “selvaggina” (come più volte da lui qualificata).
Potevano tagliare alberi secolari tutelati senza alcuna autorizzazione? Con quale documentazione hanno giustificato questo intervento?
La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, dichiarata “zona umida di importanza internazionale” secondo la Convenzione di Ramsar, Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della Rete Natura 2000, è considerata un’area prioritaria per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda. E’ tutelata da norme europee, nazionali e regionali e gli stessi Comuni nei quali è situata dovrebbero regolamentare la sua tutela. Il taglio degli alberi e della vegetazione deve essere valutato dal Comitato tecnico scientifico con un preventivo studio di incidenza ambientale ed è necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza. Nulla di questo è stato fatto. Le associazioni hanno depositato un esposto in Procura con la richiesta di sequestro preventivo dell’area.
Sembra che i bisogni turistici, ma soprattutto umani, siano centrali. Quale visione persiste della gestione della Riserva?
Stiamo assistendo a incuria e disinteresse per questa Riserva. Si potrebbe non solo tutelarla come merita, ma addirittura aumentarne con buone pratiche la biodiversità. Di questo passo invece questo scrigno di biodiversità andrà verso un inesorabile degrado e perderà ogni attrattiva e valore.
Mentre si tagliano gli alberi sparisce la questione ecologica?
L’importanza degli alberi ce la insegnano fin dalle scuole primarie; stupisce che poi ci si dimentichi o si preferisca abbatterli per un qualche altro interesse. Gli alberi producono ossigeno, proteggono dai rumori, puliscono l’aria, puliscono l’acqua, proteggono il suolo, combattono i cambiamenti climatici, aumentano la biodiversità vegetale e animale: Gli alberi producono cibo per gli esseri viventi e danno riparo a una grande quantità di insetti, mammiferi, uccelli, aumentando le specie animali sul territorio. Frutti, fogliame, parti morte, la presenza di humus nel soprassuolo… Ogni cosa degli alberi ha un valore per incrementare la vita.
Preso atto di questa gestione personalistica della Riserva, come si muoveranno le associazioni ambientaliste?
Cerchiamo di tenere alta l’attenzione a tutela della Riserva con esposti, richieste e sollecitazioni alle autorità preposte. Ora attendiamo riscontri, continuando a monitorare quanto avviene in questo sito tanto importante per tutti. Non mancheranno azioni legali, anche rivolte alla Commissione Europea.