Il parlamento del Nepal domenica ha ratificato un controverso accordo di sovvenzione da 500 milioni di dollari finanziato dagli Stati Uniti un giorno prima della scadenza del 28 febbraio, termine ultimo fissato da Washington, ponendo fine a mesi di dibattiti, proteste e polarizzazione nella nazione himalayana.
Il presidente Agni Prasad Sapkota ha annunciato “Dichiaro che l’accordo della Millennium Challenge Corporation e la sua Dichiarazione interpretativa sono stati approvati a maggioranza”.
Si tratta di uno degli accordi più dibattuti nella storia del paese, per il timore che le sue disposizioni minino la sovranità del Nepal. In tantissimi i protestanti che ieri si sono scontrati davanti al parlamento di Kathmandu.
I principali partiti politici, compresi quelli della coalizione di governo, erano divisi sull’opportunità di accettare la sovvenzione. Gli oppositori, diffidenti nei confronti dell’influenza degli Stati Uniti, hanno affermato che l’aiuto minerebbe le leggi e la sovranità del Nepal in quanto non avrà un controllo sufficiente sui progetti.
“L’accordo porterà il Nepal sotto l’ombrello di sicurezza degli Stati Uniti e dovrebbe essere respinto”, aveva detto al parlamento Bhim Rawal, un membro del Partito comunista del Nepal di opposizione.
Il ministro delle finanze Janardan Sharma ha assicurato ai deputati che gli aiuti non mineranno la costituzione e le leggi del Nepal, che non fanno parte della strategia indo-pacifica di Washington e che non hanno obiettivi militari. “Promuoverà l’interesse e il benessere del Paese e dovrebbe essere accettato”.
Centinaia di manifestanti contrari agli aiuti si sono scontrati con la polizia che ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e bastoncini di rattan per disperderli e impedire loro di marciare sul parlamento, hanno affermato i testimoni.
Il quotidiano indiano Hindustan Times ha riferito la scorsa settimana che Washington crede che la Cina stia creando una campagna di disinformazione contro il patto. Secondo i media nepalesi, l’assistente del segretario di Stato americano per gli affari dell’Asia meridionale e centrale Donald Lu ha recentemente tenuto conversazioni telefoniche separate con i politici nepalesi, esortandoli ad approvare il patto MCC entro il 28 febbraio o Washington “rivedrebbe i suoi legami con il Nepal”.
Il ministero degli Esteri cinese ha nel frattempo indicato di ritenere che tale cooperazione allo sviluppo dovrebbe avvenire senza vincoli. Mercoledì scorso la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying si è interrogata sul motivo per cui una sovvenzione è arrivata con un ultimatum.
“Come si può accettare un simile ‘dono’? È un “regalo” o un vaso di Pandora?” ha detto durante un briefing a Pechino.
L’MCC, creato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2004, offre ingenti sovvenzioni per sostenere la crescita economica e ridurre la povertà, secondo Washington.
Secondo alcune fonti il piano americano sarebbe quello di creare in futuro delle basi militari in Nepal.