Le porte del Ministero degli Esteri spagnolo sono state bloccate all’alba con catene e uno striscione con la scritta “Chiuso per attività criminali” dal movimento globale contro la crisi climatica Extinction Rebellion. Il blocco è durato pochi minuti, prima di essere rimosso dal personale del ministero.
Con questa azione, i manifestanti hanno condannato le politiche di militarizzazione dei confini e l’aumento delle spese militari nel quadro della NATO, invece di assumersi la responsabilità di ciò che accade alle nostre frontiere. “La crisi climatica è una delle ragioni principali della migrazione su larga scala dal Sud al Nord e il Sud globale è la principale vittima degli eccessi del Nord globale”. Gli attivisti hanno inoltre denunciato la strage di venerdì scorso al confine con il Marocco, definendo “inaccettabile” la valutazione del governo sulla tragedia umana in cui 23 persone sono state uccise dalle guardie di frontiera.
Allo stesso tempo, gli attivisti chiedono la cancellazione dei debiti finanziari illegittimi che i Paesi del Sud globale hanno contratto con quelli del Nord globale. Per ripagare i loro debiti, questi Paesi sono costretti ad aumentare a dismisura la distruzione dei loro ecosistemi e a estrarre ed esportare ancora più combustibili fossili, alimentando così la crisi climatica. Allo stesso tempo, questi debiti impediscono ai Paesi del Sud globale di sviluppare giuste misure di transizione e adattamento per affrontare la stessa crisi climatica, che è stata esacerbata da questo modello estrattivista.
Questo evento fa parte delle azioni di protesta globali del movimento Debt for Climate, portato avanti da Extinction Rebellion insieme a decine di altri gruppi ambientalisti, sociali, indigeni e sindacali di una trenitna di Paesi in Africa, America, Asia ed Europa.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo