Ci pervengono notizie di particolari problemi a Milano, Pian del Lago (CL), Palazzo S. Gervasio (PZ)
Gli attivisti di LasciateCIEntrare riferiscono che al CPR di Pian del Lago (CL) le proteste sono pressoché giornaliere, il problema più eclatante è la mancanza di assistenza medica.
Il problema dell’assistenza medica, della presenza nei CPR di persone con evidente disagio psichico, sono criticità riscontrate in tutti i CPR italiani.
Sconfortante è il rapporto pubblicato dal Sen. de Falco riguardante l’ultima visita effettuata il 29 maggio al CPR di Milano, il rapporto descrive in modo particolareggiato le criticità riscontrate in un’approfondita e particolareggiata visita ispettiva al Corelli, problemi in larga parte presenti in tutti i CPR italiani. Un rapporto prezioso perché descrive in modo puntuale la disumana realtà della detenzione amministrativa, che ricordiamo viene esercitata in assenza di un reato, ma semplicemente per una violazione amministrativa, perché la persona non è in possesso di un permesso valido di soggiorno.
Durante la prima visita a giugno 2021 de Falco presentò un esposto, ora ha presentato un esposto integrativo. La denuncia di de Falco, frutto di un’approfondita conoscenza e, di fatto, capacità d’indagine, è la conferma che chi da anni si occupa e denuncia le condizioni disumane alle quali sono sottoposte le persone migranti nei CPR sono tutte vere, non enfatizzate, non demagogiche.
Non è quindi un caso che gli operatori dell’informazione siano oltremodo sgraditi nei CPR e che ci venga sistematicamente negato l’accesso.
LasciateCIEntrare ci riferisce di una recrudescenza dell’attività di trasferimento in particolare di persone di origine egiziana e tunisina dagli hotspot direttamente ai CPR e di conseguente rimpatrio, effettuati talmente celermente che le persone non hanno modo di esercitare il diritto di richiesta di asilo, diritto inalienabile e garantito dal Diritto italiano e internazionale.
E’ notizia recente la presenza di due minori dichiarati all’interno del CPR Corelli di Milano detenuti da 4 giorni: i minori non possono essere rimpatriati, è quindi illegale, lo sottolineiamo, illegale, la loro presenza all’interno dei centri per rimpatri.
Uno di questi ragazzi, in base ad informazioni in nostro possesso sarebbe scappato da un centro di accoglienza per minori, ci giunge notizia che non sia un caso infrequente, sorge quindi spontanea la domanda: se i minori scappano dai centri di accoglienza, che tipo di trattamento ricevono?
ASGI (Studi giuridici sull’mmigrazione) in questo articolo affronta il problema della detenzione nei CPR delle persone che dichiarano di essere minorenni:
La normativa prevede il necessario coinvolgimento della Procura presso il Tribunale per i Minorenni che, in via esclusiva, potrà eventualmente disporre esami socio sanitari per l’accertamento se, a seguito delle dichiarazioni del minore e dei documenti presentati, rimangano fondati dubbi in merito all’età dichiarata dal minore;
– All’esito di tali accertamenti, che devono essere basati su un approccio multidisciplinare, effettuati da professionisti adeguatamente formati e in un ambiente idoneo, l’età deve essere stabilita con un provvedimento dello stesso Tribunale che attribuisce l’età e che deve essere notificato anche alla persona interessata.
– L’autorità di pubblica sicurezza non può agire in maniera discrezionale ma, come precisa il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 234/16, ricorda l’ASGI nella lettera, “laddove permangano ragionevoli dubbi circa l’età del presunto minore non accompagnato vittima di tratta, la Forza di Polizia richiede al Giudice competente per la tutela l’autorizzazione all’avvio della procedura multidisciplinare per l’accertamento dell’età, specificando che in caso di autorizzazione spetti al Giudice di individuare la struttura sanitaria pubblica dotata di equipe multidisciplinare pediatrica presso la quale svolgere la procedura di accertamento”.
-In ogni caso, nelle more delle procedure di identificazione ed accertamento dell’età, il trattenimento deve essere immediatamente interrotto e i presunti minori devono essere accolti in “apposite strutture di prima accoglienza” a loro destinate .
– Se l’età della persona migrante è contestata o incerta, la minore età sarà presunta fino alla conclusione delle procedure appropriate di accertamento dell’età. Se, una volta completate le procedure, le autorità nutrono ancora dei dubbi in ordine al compimento della maggiore età da parte della persona migrante, quest’ultima sarà considerata minore.
Come mai non li hanno immediatamente rilasciati per condurli in accoglienza per minori? Se non ci fosse posto in accoglienza, questo è ancor più grave e indicativo di come trattiamo gli stranieri minorenni non accompagnati in Italia, li riduciamo in detenzione perché in accoglienza non c’è posto. Accoglienza dove, come detto poc’anzi, dalle notizie che abbiamo si verificano delle fughe.
Uno dei due ragazzi ha tentato il suicidio, l’altro non è in grado di deambulare autonomamente per problemi ad una gamba. Nel CPR le stampelle non sono ammesse, questo vuol dire che è costretto a star seduto sul letto tutto il giorno e che è costretto a farsi aiutare dagli altri detenuti per poter andare ed usare il bagno, i bagni dei CPR hanno solo le turche. E’ quindi, al di là dell’accertamento della minore età, assolutamente inidoneo al trattenimento anche per questioni di salute.
Sempre al Corelli di Milano abbiamo notizie circa la difficoltà burocratiche da parte dei legali di scegliere dei mediatori culturali di fiducia. I gestori del Corelli sono gli stessi di Palazzo S. Gervasio (PZ), dove tra le criticità c’è, come denuncia ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), l’attuazione di ostacoli al diritto di difesa. Un altro diritto inalienabile, sancito dall’Ordinamento, violato.
Tutta la gestione delle persone migranti citata in questo articolo fa capo al Ministero dell’Interno.