Rayan Suleiman, un bambino palestinese di 7 anni è morto giovedì, mentre veniva inseguito dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata, la conferma della morte arriva dal ministero della Salute, come riporta l’agenzia di stampa Anadolu.
Una dichiarazione del ministero afferma che Rayan Yasser Ali Suleiman, della città di Tuqu vicino alla città di Betlemme, è caduto dall’alto mentre scappava dai soldati israeliani.
I medici non sono riusciti a salvargli la vita, è stato dichiarato morto poco dopo essere stato ricoverato all’ospedale di Beit Jala.
Con la morte di Rayan sono 40 i bambini palestinesi uccisi finora quest’anno nei territori occupati, molte di queste morti sono state dichiarate come “incidenti” dalle forze israeliane.
Michelle Bachelet l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato: “L’esercito israeliano sta usando una forza letale e brutale violando sia il diritto internazionale che i diritti umani.”
Giovedì scorso il capo dei diritti delle Nazioni Unite aveva rilasciato una dichiarazione esprimendo “allarme” per il gran numero di palestinesi – in particolare bambini – che sono stati uccisi e feriti dalle forze israeliane nel territorio palestinese occupato.
“Fare del male a qualsiasi bambino durante il conflitto è profondamente inquietante, l’uccisione e la mutilazione di così tanti bambini quest’anno è inconcepibile”, ha aggiunto la Bachelet in una nota.
Nel frattempo l’esercito israeliano ieri ha dato il via libera all’uso di droni armati per compiere omicidi contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata, secondo quanto riportato dai media israeliani giovedì, ha scritto l’agenzia di stampa Anadolu.
Il capo dell’esercito, Aviv Kochavi, ha dato la sua approvazione all’uso dei droni armati per gli omicidi e “per effettuare attacchi nel caso in cui uomini armati fossero identificati come una minaccia imminente per le truppe”, ha riferito sul Jerusalem Post.
L’emittente pubblica israeliana, KAN, ha definito le nuove istruzioni “un’escalation senza precedenti nell’attività dell’esercito israeliano”.
Dalle diplomazie dei vari paesi occidentali sia europei che nordamericani, assordante il silenzio, sulla vicenda del piccolo Rayyan non è stata emessa nemmeno una nota.