Come tutti i giovedì dall’inizio della guerra in Ucraina anche ieri pomeriggio sotto la Statua della Libertà in piazza Vittorio Veneto a Palermo (a partire dalle 17,00 fino alle 19,00) si sono riunite le donne di UDIPALERMO – Le Rose Bianche – Donne CGIL Palermo – Coordinamento Donne ANPI – Donne caffè filosofico Bonetti – Il femminile è politico – #Governo di lei – Donne no Muos no War – CIF – Emily – FIDAPA sez. Palermo Felicissima – FIDAPA sez. Mondello – Associazione Donne Islamiche Fatima – LAB.ZEN 2 – Le Onde – Arcilesbica.
Poche ore prima la senatrice Liliana Segre aveva pronunciato il suo discorso fermo e commosso: secondo il regolamento di Palazzo Madama, infatti, aveva il compito di presiedere (proprio lei che era stata duramente colpita nel corpo e negli affetti dalle leggi razziali della dittatura fascista) la prima seduta per l’insediamento del Senato, dopo le elezioni politiche vinte dall’ ultradestra post-fascista. A cento anni dalla marcia su Roma, nel mese di ottobre che le ricordava l’autunno del ‘38 quando si era vista esclusa dalla scuola italiana perché ebrea, la Segre ha voluto, ancora una volta, rimarcare il valore della Costituzione italiana e l’importanza delle date del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno per la storia italiana.
Dopo i risultati elettorali che hanno consegnato l’Italia all’estrema destra, erede della fiamma tricolore incastonata alla base dell’iconografia del simbolo dei fratelli meloniani, era chiaro che la seconda più importante carica dello Stato sarebbe stata affidata all’onorevole Ignazio La Russa, politico comunemente riconosciuto fra i più nostalgici del funesto ventennio. Tuttavia, le parole di questa donna sopravvissuta a Auschwitz hanno risuonato come un monito rivolto a donne e uomini affinché non si perda la memoria della lotta partigiana contro il nazifascismo.
In sintonia con le parole e le preoccupazione di Liliana Segre, le donne del Comitato per la Pace di Palermo si sono date appuntamento sotto la Statua della Libertà per intonare Bella ciao, dopo il goffo tentativo registrato durante la manifestazione a favore delle donne iraniane, svoltasi di fronte al teatro Politeama (vedi pressenza.com), in cui si voleva censurare la canzone dei partigiani della libertà e della pace contro le ingiustizie, perché ritenuta da alcuni partecipanti “divisiva”.
Nella piazza di ieri pomeriggio, in cui tutte e tutti si dichiaravano grate\i per le parole di Liliana Segre, Bella ciao è stata intonata e ripresa più volte nel corso della manifestazione- anche nella versione originaria delle mondine – dalle donne delle associazioni in presidio, alle quali si sono unite/i altre donne e altri uomini, nonché esponenti di diverse realtà cittadine – COBAS, CGIL, ANPI, Assemblea NoGuerra-PA, Laboratorio “Ballarò”, etc. – tutte/i ad eseguire in coro il canto della Libertà.