La rivista Foreign Affairs è la più influente rivista di geopolitica americana, sulle cui pagine hanno sempre preso forma da cento anni le politiche del governo e dell’establishment, e Thomas G. Mahnken è un personaggio che ha partecipato alla definizione di tutte le ultime versioni della National Defense Strategy statunitense, e siede ora nella nuova National Defense Strategy Commission 2022. Tutto questo rende estremamente allarmante questo suo dettagliatissimo articolo, veramente terrificante, perché traccia il programma concreto e preciso della prossima guerra contro Russia e Cina insieme, indicando le forme del riarmo necessario per affrontarla e delineandone le strategie sul teatro europeo e del Pacifico.
“Nel 2015, il Dipartimento della Difesa ha abbandonato la sua vecchia linea di tenersi pronti a combattere e vincere due grandi guerre insieme, per concentrarsi invece sull’acquisizione dei mezzi per combatterne e vincerne una sola. … Grandi quantità di equipaggiamento militare degli Stati Uniti stanno invecchiando … Il Paese ha anche forniture limitate di importanti equipaggiamenti e munizioni, tanto da aver dovuto contrarre gran parte delle proprie scorte per sostenere l’Ucraina. … Gli Stati Uniti devono creare vaste riserve di munizioni, accumulare equipaggiamenti di alta qualità e inventare tecniche di battaglia creative, se spera di vincere tali combattimenti.”
Ma non si tratta solo di quantità e qualità di armamenti, i cambiamenti della guerra saranno più profondi e radicali: gli Usa “hanno bisogno di sviluppare nuovi concetti operativi congiunti: modi di impiegare le forze armate per risolvere problemi militari urgenti, quali quello di sostenere le forze schierate di fronte alle crescenti capacità militari cinesi e di difendere dagli attacchi le reti spaziali e informatiche degli Stati Uniti”. “Armi e munizioni sono solo una parte della guerra. Per vincere un conflitto sia contro la Cina che contro la Russia, Washington ha anche bisogno di escogitare nuove tecniche di combattimento. … Il Pentagono ha bisogno di sviluppare nuovi concetti per proiettare e sostenere le forze contro i sistemi di attacco di precisione del nemico, per rifornire le forze sotto tiro e per proteggere le basi operative critiche in patria e all’estero dagli attacchi. … Man mano che sviluppano nuove tecniche di combattimento, gli Stati Uniti devono anche pensare seriamente a una strategia di più ampio respiro, in particolare a come strutturare le forze armate e costruire le loro operazioni. Ciò richiederà probabilmente una rottura rispetto ai progetti militari degli ultimi decenni.”
E qui arriva anche una minaccia, neanche tanto velata. “Ci sono molte capacità che solo gli Stati Uniti possono mettere in campo, inclusa la deterrenza nucleare; essenziali capacità navali, aeree e spaziali; così come supporto logistico vitale come le munizioni. … Non è impossibile che la guerra possa produrre i primi attacchi nucleari al mondo dal 1945.” Per concludere testualmente: “Non è impossibile che la guerra produca i primi attacchi nucleari dal 1945”.
Ma non basta: “Più tracciamo le linee di un conflitto fra Cina, Russia e Stati Uniti coi loro alleati, più tutto questo comincia ad assomigliare alla Seconda Guerra Mondiale. Agli analisti non serve nemmeno scrutare il futuro per vedere le somiglianze: c’è molto nel nostro presente che rimanda alla situazione internazionale del 1939.”
Seguono buoni consigli agli Stati Uniti sul da farsi per vincere questa Terza Guerra Mondiale, che si concludono con la celebrazione del loro più grande punto di forza, ereditato dalla seconda: i loro alleati, che vanno arruolati nella grande impresa di ricerca militare, pianificazione, ed accumulo di armamenti e munizioni. Conclusione: “Gli Stati Uniti hanno già fatto tutto questo in passato. Non c’è ragione che non possano rifarlo”.
Questo si pensa in America, nei centri di comando.
Angelo Baracca e Alberto Cacopardo