Le insegnanti delle scuole per l’infanzia del Comune di Torino hanno organizzato stamattina un presidio davanti all’ex Curia Massima, in via Corte d’Appello 16, per protestare contro la disposizione di servizio del 27 febbraio che impone il passaggio dell’orario di lavoro da 26 a 30 ore settimanali; il luogo, il giorno e l’ora non sono state a caso, ma in corrispondenza del convegno “Lavorare meno-lavorare meglio-lavorare tutte” organizzato dallo stesso Comune di Torino in occasione della Giornata internazionale della Donna per rilevare la contraddizione tra una dichiarazione di principi estremamente condivisibile ed il trattamento reale di alcuni dipendenti del comune, in maggioranza donne, che pochi giorni prima dell’8 marzo si sono visti aumentate le ore di lavoro senza un corrispondente aumento dello stipendio.
Il passaggio a trenta ore, oltre ad essere un ulteriore peso sulle spalle delle insegnanti che già si trovano a lavorare in condizioni difficili in un settore delicato come la cura dell’infanzia, non ottimizza l’organizzazione del lavoro nè sostituisce un piano organico di assunzioni sia a tempo determinato che a tempo indeterminato per la totale copertura dei posti vacanti ed un’offerta più completa e di qualità di servizi alla cittadinanza; inoltre aumenta il rischio di non riuscire più a garantire la continuità del servizio.
Il presidio, indetto da CUB CGIL-FP, CISL-FP, UIL-FPL, CSA RAL, CUB ed RSU del settore educativo del Comune di Torino è stata un’occasione per illustrare, oltre al tema specifico, il malessere generale di un settore che da tempo fa i conti con la carenza di organico ed i bilanci insufficienti.